Recensioni

Recensioni

Hanno scritto di lei numerosi critici.

Vittorio Sgarbi

Quello che propone D'Alfonso è la trasfigurazione della realtà attraverso il ricorso a una forma personale di astrazione che si avvale del colore e della sua componente descrittiva. Il notturno offre l'idea di un paesaggio scandito dalla teoria di figure geometriche, distinte per campitura cromatica, che ne compongono i dettagli, dalla catena montuosa, alle sagome della cittadina, fino alla luna e ai suoi riflessi.

Critico e storico dell'arte

Luciano Carini

Questa bravissima artista, è luce e colore, e tutto si svolge e si risolve in una gradualità di toni e semitoni, di tinte calde e fredde, chiare e scure, che catturano l’osservatore per immergerlo in una dimensione che spesso diventa irreale, fantastica e sognante, capace di oltrepassare lo sguardo e spingersi oltre. Pittura fortemente contemporanea, questa di Franca D'Alfonso, e capace di scavare dentro l’uomo per renderne pulsioni e sentimenti, aneliti e speranze.

Critico d’Arte e Gallerista di Piacenza

Francesco Corsi

Franca D’Alfonso è una grande Artista volta ad una ricerca sostenuta da un metodo rigoroso. Un colore ben scandito dal ritmo delle forme geometriche che sembrano cogliere la struttura razionale del mondo. La natura è sostenuta da una sorta di ordine metafisico, senza il quale, implode il cosmo dei nostri sensi e della nostra vita quotidiana. Si coglie nelle sue opere un nesso tra estetica ed etica, la sua bidimensionalità appare di stimolo alla ricerca di quel semplice che non significa il poco, ma, al contrario, sostanza e fondamento, dove possiamo accedere alla chiave del tutto.


Critico d’Arte, editore e Direttore del Museo ArtinGenio di Pisa

Mario Salvo

Sostengo da diverso tempo che artisti “Eletti” oggi siano veramente pochi, oltremodo intrappolati dalla massificazione artistica la quale, senza validi argomenti, anziché implementare ha di fatto allontanato gli amanti dell’Arte. Chi vuole lasciare un tangibile segno del suo passaggio artistico, deve affidarsi a maestri d’arte come Franca D’Alfonso che attraverso l’attenta guida del M° Verga, Accademico, ha potuto formare e delineare la sua straordinaria crescita sotto il profilo tecnico ed elaborativo, lasciandosi lo sviluppo della creatività personale, la parte intima come la genesi dell’intuito, della forma e delle cromie. Davvero grandioso tale affiancamento che ha portato l’artista a concepire opere di elevata bellezza e sinuose linee, emozionali ed accattivanti. Accenni al Futurismo ma diversi per sintesi di forme e cromatismi più professionali. Attraverso una regia meticolosa, fatta di geometrie, l’artista genera aree di colore altamente emozionali che creano magici accostamenti, dichiarando apertamente i veri punti chiave del fascino dell’opera: assieme unico di linee e cromie. L’artista ama giocare e stuzzicare piacevolmente la percezione visiva umana, avvolgendo lo spettatore in un senso di pace, armonia per la scelta di quei formidabili colori originali che ha volutamente e con esperienza, gusto e finezza stilistica scelti, realizzandone capolavori. I miei sinceri e personali complimenti ad un Maestro d’Arte che mi onoro di annoverare tra i pochi artisti “Eletti” incontrati sinora.

Maestro Internazionale di Spatola stratigrafica e Critico d’Arte di Roma

Michele Catalano

Questa eclettica e raffinata Artista riesce od esprimere i propri contenuti nella libera composizione di linee, forme, colori reinterpretando la realtà concreta in cui viviamo, facendo emergere il complesso rapporto che intrattiene con la natura, con paesaggi di montagna ricondotti a sintesi essenziale, mettendo in Iuce la sua capacità di scavare a fondo nella psicologia di soggetti dagli sguardi enigmatici e misteriosi, penetrando la sostanza più intima degli oggetti in una dissezione di impronta cubista che ne rivela l'arcana capacità evocativa. Tutto questo interviene sul momento creativo e Io influenza grandemente, dando vita ad immagini che non appartengono alla nostra esperienza visiva e che travaIicano la rappresentazione per raggiungere un fine completamente diverso: quello della comunicazione.

Giornalista e Critico d’Arte di Vercelli

Ettore Ceriani

... il movimento artistico sente ancora oggi il richiamo di quello che, seppure con motivazioni diverse, viene chiamato “il ritorno alle origini”. In pratica significa una riconsiderazione di forma, linea e geometrie. Si veda in tal senso la ricerca di Piet Mondrian, che ha avuto diversi estimatori pure in Italia, anche nella vicina Como. Un tentativo, quello di razionalizzare l'irrazionale, che ha avuto una forte spinta anche dalla nuova architettura, pur rimanendo individuale ed intellettuale negli esiti. Franca D'Alfonso è impegnata da tempo su questa linea, prima con richiami vagamente allusivi alla realtà, poi liberando le sue creazioni con toni sempre più evocativi e sempre più estranee alle lusinghe dei particolari.

Critico d’Arte di Varese

Lorenzo Mortara

Le sue opere prendono slancio dallo studio dei lavori di Kandinskij, di Mondrian e di Malevic, maestri storici dell’Astrattismo, ma anche da artisti più vicini nel tempo e nello spazio, quali Italo Valenti, Silvano Bozzolini e Alberto Magnelli. Per l’artista contemplare i loro lavori è come un’infatuazione, una malia, per poter così entrare in perfetta empatia nel loro segno e nella loro fantasia leggera, rarefatta, quasi come una melodia. Così come Böcklin affermava di un’opera d’arte, che per essere giusta deve essere come una grande improvvisazione, e cioè che meditazione, costruzione, composizione preliminare non sono uno stadio in funzione di un fine, perché il fine deve risultare inaspettato all’artista stesso, così D’Alfonso in questo viaggio nel mondo dei colori e del paesaggio geometrico che ha dentro di sé, si confronta continuamente coi sentimenti, le gioie del qui e ora, ma anche con le nostalgie e le difficoltà del vivere del momento. Nelle sue opere però l’orizzonte metafisico è sempre chiaro e nitido e di equilibrio cercato e raggiunto, messaggero di profonda armonia e di speranza nell’avvenire. Le sue metamorfosi di figure rettilinee continue, o curve, o triangolari, ci conducono in una dimensione di sogno e di tempo sospeso come di magia: stessa sensazione di estrema meraviglia e di stupore che il viaggiatore di Jodorowsky deve avere sperimentato quando si fermò e guardò alle sue spalle e si accorse che la strada era intatta, e allora si rese conto che le sue impronte non lo seguivano, ma lo precedevano. Come un incanto del tempo, un viaggio nell’atemporalità del segno geometrico, la visione di queste opere di Franca D’Alfonso, che si fonde con i toni complementari di colori caldi e freddi in perfetto equilibrio, simbolo di un cammino limpido, sereno e silenzioso verso il centro dell’anima e del sé interiore.

Critico d’Arte di Varese

Doriam Battaglia

Nei lavori della D’Alfonso si ritrovano le tre qualità del mondo manifesto: inerzia, attività e soprattutto equilibrio. Equilibrio tra contemplazione e moto, l’arte come meditazione attiva, come mezzo per indagare la Verità. La funzione dell’arte è quella di suggerirci un modo diverso di vedere il mondo attraverso forme nuove, inedite. L’arte moderna e della contemporaneità ha cercato di imporre differenti punti di vista sulla Realtà, abbandonando la mera riproduzione meccanica della visione, funzione svolta meglio dalla fotografia. Ogni uomo vive in un mondo iconico creato dalla propria mente che trasforma gli impulsi elettrici provenienti dai sensi in immagini cerebrali. Queste rappresentazioni sono solo apparenze che non ci garantiscono nulla sulla Realtà in sé.

Artista e critico d’Arte di Como

Luigi Piatti (Ginetto)

A Varese, una mostra particolare di pittura, presentata da Lorenzo Mortara e battezzata Silente Geometrico, s’è inaugurata il 12 ottobre 2013 nel salone a pianterreno della comunale Villa Baragiola del rione di Masnago. Invitato, arrivai in anticipo e, di conseguenza, mi gustai nel silenzio più profondo il messaggio delle opere esposte. E dico subito che mai nella mia vita ho avuto l’occasione di rimanere così affascinato da pitture astratte, di goderne la visione, di sentirmi lieto, felice, carico di gioia come in questa occasione: composizioni con una “geometria” piacevole, affascinante, con colori che mi addolcivano i sensi, che mi facevano ripetere che brava, che brava all’indirizzo della pittrice non ancora presente e mai da me conosciuta. E mi accorsi dopo, a sala strapiena di visitatori, che la mia gioia m’era d’obbligo condividerla con molti, con tutti. Me ne andai dopo aver conosciuto la pittrice e averle fatto i complimenti assolutamente meritati.

Critico e storico dell’Arte di Varese